venerdì, luglio 08, 2005

cyberpunk

Il Cyberpunk è una corrente letteraria e artistica nata nella prima metà degli anni ottanta, prevalentemente nell'ambito della fantascienza.

I fondatori vengono comunemente considerati William Gibson, per i racconti e romanzi fortemente innovativi e caratteristici dal punto di vista stilistico e delle tematiche, e Bruce Sterling, per averne scritto il manifesto poetico-politico Manifesto della nuova fantascienza. Bruce Sterling ha definito il cyberpunk come «l'integrazione del mondo high tech e della cultura pop, specialmente nel suo aspetto underground».
Origini
Si ritiene comunemente che il termine cyberpunk sia stato coniato dal critico Gardner Dozois. Bruce Sterling, Rudy Rucker, Lewis Shiner, John Shirley e altri scrittori avevano però preferito chiamarsi Mirrorshades Movement (movimento degli occhiali a specchio).

Bruce Bethke ha invece dichiarato di aver coniato personalmente il termine all'inizio degli anni ottanta. Il nome del racconto che lui aveva scritto in quel periodo era appunto Cyberpunk!. Bruce Bethke inoltre afferma che Gardner Dozois insisterebbe non tanto di aver inventato il termine, quanto di averlo popolarizzato (Dozois avrebbe detto in privato a Bethke di «aver preso il termine in giro, verso l'inizio degli anni ottanta»).

Secondo lo stesso Gibson,[1] il cyberpunk non fu mai un vero e proprio movimento, quanto piuttosto una sensibilità comune ad alcuni autori, identificabili in quelli raccolti nella prima antologia del cyberpunk intitolata Mirrorshades (1986).

Non esistono dichiarazioni d'intenti firmate da più autori, e si deve principalmente a Bruce Sterling l'idea di un movimento formale. William Gibson ha affermato:

« Non sono mai stato davvero convinto che il Cyberpunk fosse mai stato un movimento letterario in senso formale. Questa visione viene distorta dal piacere di Sterling nell'utilizzare la retorica di un movimento radicale, pur sospettando che un certo elemento di umoristica autoconsapevolezza si perda nella traduzione »
(Bruce Sterling, intervista pubblicata su L'Avvenire del 18 febbraio 1994)

e poco più avanti:

« Per Cyberpunk io intendo una tendenza della cultura pop degli ultimi dieci anni circa, qualcosa che noi possiamo scorgere nella narrativa, fumetti, musica, cinema, videoclip, moda »
(Bruce Sterling, intervista pubblicata su L'Avvenire del 18 febbraio 1994)

Secondo il suo fondatore e significativa parte della critica, il cyberpunk, almeno in quanto corrente d'avanguardia, si può considerare concluso già alla metà degli anni ottanta. Il suo successo in seguito avrebbe spinto molti altri autori a sfruttarne le tematiche, anche per scopi commerciali, favorendo appunto la nascita di un nuovo genere. In ogni caso la sua crescente popolarità tra lettori ed autori ha reso ormai stabilmente il cyberpunk un importante sottogenere della letteratura fantascientifica, con forti influenze estetiche sul cinema, sul fumetto e più in generale sulla cultura mediatica.


Fonti e temi della letteratura Cyberpunk
Come movimento letterario, il Cyberpunk nasce come una filiazione diretta della fantascienza americana, ma è subito evidente un allontanamento dal mainstream di questa letteratura di genere. Nel contesto della letteratura di fantascienza, la linea che porta al Cyberpunk è quella che parte da Aldous Huxley e da 1984 di George Orwell e che passa per i maggiori modelli di James Ballard e soprattutto di Philip K. Dick.

Il Cyberpunk, come tutte quelle correnti che possono essere inserite nel clima Postmoderno, si caratterizza per la grande varietà di fonti da cui attinge per l'elaborazione del proprio immaginario. Un clima culturale molto favorevole alle ibridazioni di generi. È proprio grazie a questo clima che fu possibile ad autori come William S. Burroughs, esponente di spicco della Beat generation, di entrare a far parte del movimento.

Altri elementi concorrono alla scelta dei temi della prima produzione Cyberpunk. Evidenti sono gli influssi della psichedelia degli anni Sessanta e Settanta, con le sue promesse di nuove percezioni offerte dalla chimica e dalle droghe sintetiche, di aprire nuove porte verso mondi fino ad allora relegati alla sfera dell'inconscio.

Queste visioni sono spesso associate a particolari interpretazioni del Romanticismo, soprattutto William Blake, ma non solo. Un parallelo spesso messo in evidenza dalla critica. Orlin Damyanov, ad esempio, mette in relazione il Romanticismo del Frankenstein di Mary Shelley con Neuromancer di William Gibson. In questo confronto con il Romanticismo, messo in evidenza da più critici, emerge uno degli elementi di maggior interesse del Cyberpunk: lo spostamento dell'attenzione sulla percezione soggettiva, seppure condivisa, di spazi virtuali che cessano di essere tali almeno nel significato letterale del termine. Il mondo cessa di essere una tensione al divenire, storicamente comprensibile coi suoi rapporti di causa ed effetto come lo aveva disegnato il Romanticismo, per diventare, come ha scritto Valmerz, "il dispiegarsi di un codice nella sfera della comunicazione".

Un altro dei maggiori temi del Cyberpunk è il rapporto che emerge tra l'essere umano e la tecnologia, che tende ad esprimersi prioritariamente nel rapporto con il corpo umano. Nei racconti degli autori Mirrorshades sono molto frequenti i personaggi che presentano innesti meccanici nel proprio corpo. Tecnologie che diventano parte integrante del corpo umano, aumentano le sue capacità, consentono azioni altrimenti impossibili. Il corpo umano cessa in questo modo di essere qualcosa di immutabile, naturale, e diventa un elemento modificabile e tecnologico.


Lo stile cyberpunk
Anticipato e prefigurato sotto certi aspetti nelle opere di Philip K. Dick, all'aspetto tecnologico tipico della fantascienza il cyberpunk aggiunge una forte connotazione politica e sociale.

I romanzi cyberpunk sono ambientati in un futuro prossimo (intorno al 2020), in un mondo decadente e ipertecnologico dominato dalle grandi multinazionali commerciali, le Zaibatsu, spalleggiate dalla Yakuza, la potente mafia giapponese. I protagonisti, in genere degli hacker, sono in costante fuga da questa cupa realtà e trovano la loro ragion d'essere in un mondo virtuale parallelo, il cyberspazio, teatro delle loro battaglie.

Lo stile narrativo è caratterizzato dall'apparente assenza di un intreccio ben definito - il racconto si concentra sulle azioni dei personaggi - e dall'uso di un linguaggio barocco che mischia tecnicismi informatici ed espressioni gergali della strada, molto difficile da rendere in una traduzione.

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